A brevi passi verso il cielo
Edoardo Petrella
Illustrato da Giulia Biasini

Ho visto il fuoco e la pioggia;
il sanguigno corso e il flegma.
Persefone e Morte spezzarono
il pensiero ed il corpo.
Tu, dono di fine estate,
giungesti in prima gioventù,
portando in sen l'autunno
e il primo avvolgente agghiaccio.
Fosti narciso ed oppio
che in fondo al tetro suolo
mi abbassarono e affondarono,
lontan dall'etere e dagli astri.
L'aere intorno si fece più leggero
fin quasi a perdere ogni consistenza
quand'io ti vidi, per tornar più denso
poi a soffocar il dolce
andare con lenti affanni,
ad or ad or sospesi d'altri inganni.
“È giunto al fine il lungo mio e fosco letargo?”


Inganni più cari or che lontana più non ne porti alcuno. Ho visto il fuoco e la pioggia; il gran furore e il pianto. Più nessun lume ormai veglia il mio sonno. Che sia l'or ch'ormai mi desti?
È giunto al fine il lungo mio e fosco letargo? Che per la terra e l'aria viaggi, cercando di mappare l'alto cielo? È proprio per tua virtù che, battuto e lasso, sento questa vitale spinta e forte? Ma ancor pei sogni miei tu appari: di violenta voce tuoni, tremenda e oscura nella notte.
Ma ancor di meraviglia riempi ogni senso; di sublime piacere il cuore ammanti, amica. Ammiro e sciolgo il tuo infinito.
Testo di Edoardo Petrella
Illustrazione di Giulia Biasini